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5 aprile 2013 5 05 /04 /aprile /2013 08:51

Nella tradizione popolare romana c'è un antico detto che recita "« A via de la Lungara ce sta 'n gradino, chi nun salisce quello nun è romano e né trasteverino ».

Il gradino di via della Lungara rappresenta il carcere di Regina Coeli, il pù grande e conosciuto di Roma, edificato addirittura nel XVII secolo.

 

Colonna-carcere-mamertino-copia-1.jpgMa in effetti, il carcere più antico all'ombra del Colosseo (è il caso di dirlo) è il carcere Tallianum o Carcere Mamertino, presso il Foro Romano e proprio al di sotto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami.

Dalle opere di Tito Livio, questo Carcere fu realizzato sotto Servio Tullio nel VI secolo a.C.   e si componeva di un ambiente a pianta trapezoidale  coperto da volta a botte al quale si accedeva originariamente attraverso un foro circolare nel pavimento.

Oggi quel foro sulla volta è ancora visibile, ma vi si accede tramite una scala moderna.

La facciata è composta da blocchi bugnati in travertino. Sulla cornice sono incisi i nomi dei consoli C.Vibio Rufinio e M. Cocceio Nerva che intervennero sul monumento agli inizi del primo secolo d.C..

Il carcere Mamertino "ospitò" prima del supplizio molte personalità illustri, come Giugurta re della Numidia nel 104 a.C. o Vercingetorige re dei Galli nel 46 a.C, ma viene ricordato soprattutto poichè in esso furono tenuti prigionieri i Santi Pietro e Paolo.

La leggenda vuole che san Pietro, scendendo nel Tullianum, cadde battendo il capo contro la parete lasciando in tal modo la propria impronta nella pietra (dal 1720 protetta da una grata). Rinchiusi nella segreta, assieme ad altri seguaci, i due apostoli fecero scaturire miracolosamente una polla d'acqua e riuscirono a convertire e battezzare i custodi delle carceri , Processo e Martiniano, martiri a loro volta.

I due apostoli non furono uccisi nel carcere stesso: san Pietro fu condotto sul colle Vaticano e san Paolo alle Acque Salvie (l'attuale Abbazia delle Tre Fontane).

 

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4 aprile 2013 4 04 /04 /aprile /2013 11:30

Il Buon PastoreChi ha fatto visita alle catacombe di Roma, avrà sicuramente notato l'innumerevole presenza di strani disegni sulle pietre tombali: pesci, pastori con agnelli sulle spalle, oppure colombe. Perché ? Quale era il loro significato ?

Inoltre, in molti avranno notato che quei simboli sono ancora presenti nelle chiese dei giorni nostri.

Il ricorso alla simbologia era nato essenzialmente per ragioni pratiche: i primi cristiani vivevano in una società prevalentemente pagana ed ostile, nella quale la loro religione veniva considerata come una sorta di superstizione illegale.

In un certo qual modo, la simbologia paleocristiana è la sintesi di due concezioni totalmente diverse: da un lato essa trova radice nel mondo ebraico che rifiutava l’immagine, ma nello stesso tempo risentiva della cultura pagana romana, che invece era fortemente figurativa.

I simboli più utilizzati furono:

Il Buon Pastore con la pecora sulle spalle, che voleva rappresentare Cristo salvatore e I' anima che egli si accingeva a salvare;

L'orante, che stava a significare che il defunto (rappresentato con le braccia parte in segno di preghiera) viveva già nella pace divina;

Il monogramma di Cristo: formato da due lettere dell'alfabeto greco, la X (chi) e la P (ro), intrecciate insieme. Con questo monogramma si voleva indicare che la persona scomparsa era di religione cristiana.

Il pesce, che in greco si scrive IXTHYC (ichtùs). Se però le lettere si disponessero verticalmente, esse formerebbero un acrostico, ossia:  Iesùs Christòs Theòu Uiòs Sotèr = Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.

Ecco pertanto che il simbolo del pesce, fosse uno dei simboli più utilizzati, rappresentando l’emblema della fede cristiana.

Ci furono poi altri simboli, meno utilizzati ma altrettanto importanti.

La colomba con il ramoscello d'olivo nel becco, che voleva simboleggiare la pace divina.
L'Alfa e l'Omega, che essendo la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco, volevano significare che Cristo fosse l'inizio e la fine di tutte le cose.

L'ancora, simbolo dell'anima che raggiunge la salvezza dopo la morte.
La fenice che infine rappresentava il simbolo della risurrezione.

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3 aprile 2013 3 03 /04 /aprile /2013 10:35

"Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate".

Quella era la scritta che sormontava sulla porta dell'inferno descritto da Dante nella Divina Commedia.

Ma di certo, neanche il Sommo Poeta all'epoca si sarebbe potuto immaginare che qualche secolo più avanti l'uomo sarebbe riuscito a crearne una "vera" di porta per l'inferno.

Porta-dell-Inferno-copia-4.jpegNel 1971 un gruppo di geologi sovietici si recarono in una zona semidesertica dell'attuale Turkmenistan, con lo scopo di effettuare delle perforazioni in cerca di petrolio.

Alcuni giorni dopo l'inizio delle operazioni, la piattaforma di perforazione  crollò, inghiottita da una spaventosa voragine apertasi nel terreno circostante.

In realtà quella caverna nel sottosuolo, che era collassata, altro non era che gigantesca sacca di gas naturale.

Quell' incidente fortunatamente non causò vittime fra i ricercatori, ma tuttavia fece nascere fra gli scienziati il  timore che si potesse disperdere nell'ambiante circostante del gas velenoso.

I geologi pensarono quindi di innescare un incendio, che avesse potuto bruciare nel giro di qualche giorno tutto il gas combustibile presente in quella cavità.

A distanza di oltre quarant'anni, quella caverna continua a bruciare ininterrottamente ed è romai conosciuta in tutto il mondo con il nome di  "Porta dell'Inferno".

La Porta dell'Inferno si presenta con un diametro di 60-70 m ed una profondità di circa 20 m ed il suo bagliore, di notte, è visibile da chilometri di distanza.

Nonostante si trovi come detto in una zona praticamente  disabitata e malgrado il fortissimo odore solfureo esalato dalle fiamme, essa rimane una fra le mete turistiche più visitate del Turkmenistan.

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20 luglio 2012 5 20 /07 /luglio /2012 11:57

Siamo stati degli ingenui !

Ma forse ne avevamo (continuiamo e continueremo ad averne) talmente fin sopra i capelli della Casta e dei suoi privilegi, che avevamo visto (vediamo ancora e vedremo sempre) il referendum “Anti–Casta” come una sorta di liberazione, non curandoci di dettagli fondamentali.

Alzi la mano chi non si era già recato al proprio Comune di residenza per firmare i fogli di raccolta firme per l’indizione del Referendum “Anti-casta” per l’abolizione dei privilegi ai politici.

O chi non lo aveva ancora fatto, si stava organizzando al meglio per farlo entro il termine ultimo del 26 luglio 2012.

Tutto ciò in un paese come il nostro, governato da una Casta, poteva e doveva risultare oggettivamente strano ai nostri occhi.

Innanzitutto perché dopo decenni ci fosse concesso anche solo di pensare che effettivamente la Casta esistesse e, tanto più, che fosse giunta l’ora di abbatterne i privilegi.

Ma ancor più strano, doveva risultarci che la diretta interessata (la Casta), non sembrava poi preoccuparsene più di tanto dell’indizione di questa proposta di Referendum. Tanto più che stavolta se ne parlava anche sui giornali.

Purtroppo per Noi un motivo forse c’era.

Provate a leggere l’art. 31 della L. 352/70, avente ad oggetto “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo”.

L’articolo in esame recita che: “Non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno anteriore alla scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per l'elezione di una delle Camere medesime”.

E se la matematica non è un’opinione, alla scadenza delle Camere a tutt’oggi manca meno di un anno solare.

C’è da aggiungere altro ?

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18 giugno 2012 1 18 /06 /giugno /2012 13:50

Nel 1694 il Re di Francia Lui­gi XIV fece erigere in alta Val Chisone un fortino militare a difesa degli allora territori di confine francesi: tale forte prese il nome di forte Mutin.

Posto sulla sponda destra del tor­rente Chisone, forte Mutin fu suc­cessivamente conquistato dalle ar­mate sabaude di Vittorio Amedeo II nell’agosto 1708, dopo un assedio durato 15 giorni.

Nel timore di nuove incursioni delle truppe france­si il Re Vittorio Amedeo II fece ampliare il forte precedentemente conquistato.

I lavori iniziarono nel 1728 e durarono ben 122 anni.

Da quel faraonico lavoro, nacque il Forte di Fenestrelle, che ancora tutt’oggi rappresen­ta la più grande fortificazione militare che esista in Europa e che a ragione gli ha fatto guadagnare l’appellativo di “grande muraglia piemontese”.

Con le sue mura, bat­terie, ridotte e scale, la struttura di Fenestrelle parte dal fondovalle e sale lungo la montagna percorrendo oltre 3 Km ed un dislivello di 635 me­tri.

La sua imponenza risultò da sempre talmente impressio­nante da scoraggiare sul nascere qualsiasi tentativo di attacco da parte nemica.

Proprio per tal ragione Forte Fenestrelle non  fu mai più teatro di battaglie, ma venne al massimo uti­lizzato come prigione militare.

Tra il 1860 ed il 1870 il forte infatti fu usato come una campo di prigionia per coloro che si opponevano alla realizzazione dell’unità del Paese.

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15 giugno 2012 5 15 /06 /giugno /2012 08:45

Nel lontano anno 1223 a Pisa si svolse un singo­lare torneo che avrebbe visto fronteggiarsi i cosiddetti abachisti, ossia coloro che utilizzava­no ancora il sistema di numerazione romano e gli algoritmisti, che invece utilizzavano il sistema di nu­merazione arabo.

La gara consisteva nel rispondere ad un semplice quesito e cioè calcolare quante coppie di conigli si sarebbero ottenute in un anno (sal­vo i casi di morte), supponendo che ogni singola coppia fosse stata in grado di procreare un’altra coppia con cadenza mensile e che le coppie più giovani fossero state a loro volta in grado di riprodur­si già al secondo mese di vita.

Questa stravagante competizione fu vita da un giovane di nome Leonardo Fibonacci.

Il giovane algoritmista ideò un sistema di conteggio tanto veloce quanto efficace.

Se infatti, alla fine del primo mese si sarebbe avuta oltre la prima coppia anche la coppia da questa generata, alla fine del secon­do mese si sarebbe aggiunta una terza coppia, ma anche due cop­pie in più, perché anche la seconda coppia avrebbe cominciato a ripro­dursi, portando così il conto a 5 coppie, e così via.

Da questo metodo di ragionamento si sarebbe gene­rata una serie di numeri:

1,1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89…etc

Seppure in modo inconsapevole, Fibonacci ebbe una delle intuizioni più bril­lanti della storia dell’umanità: quella serie nu­merica avrebbe poi preso il nome di Serie di Fi­bonacci.

Quei numeri, nel quale ogni ognuno è pari alla somma dei due numeri immediatamente precedenti, fu una delle basi fondamentali su cui si sa­rebbe basato l’intero impianto della matematica algebrica.

Nel corso della storia, la sequen­za di Fibonacci ha costituito la via maestra anche in tantissimi altri cam­pi della scienza.

Si è osservato ad esempio che quasi tutti i fiori hanno tre o cinque o otto o tredici o ventuno o trentaquattro o cinquantacinque o ottantanove petali.

Nello studio della fisiologia umana si è constatato che rapporto tra le falangi di un dito di un uomo adulto formano una piccola serie di Fibonacci.

I numeri di Fibonacci sono utilizzati dai processori dei nostri moderni pc per calcolare complicatissimi algoritmi.

Persino l’arte ha dato il giu­sto riconoscimento al genio di Fibo­nacci.

A Torino, su una delle fianca­te della cupola della Mole Antonellia­na è riprodotta in un gioco di luci la serie numerica di Fibonacci, in quella che viene chiamata Il Volo dei Nu­meri.

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14 giugno 2012 4 14 /06 /giugno /2012 13:56

Le bugie hanno le gambe corte. Questo è il vecchio proverbio che le nostre nonne ci ripetevano quando eravamo bambini.

Oggi che siamo grandi e vaccinati abbiamo capito che, al pari delle bugie, le gambe corte ce le hanno anche le “mezze" verità.

La Camera ha votato ed ottenuto la fiducia sul Ddl anticorruzione, secondo il quale si sancisce una volta per tutte l’incandidabilità di coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato a più di due anni per i reati gravi come mafia e terrorismo e per quelli contro la Pubblica Amministrazione o coloro che hanno subito condanne sempre in via definitiva per tutti gli altri reati per i quali sono previste pene superiori nel massimo a tre anni, non potranno essere elette né al Parlamento nazionale, né a quello europeo, né tanto meno potranno ricoprire incarichi di governo.

A prima vista ci verrebbe voglia di esclamare a gran voce: “Era ora !!!”.

C’è però anche l’altra mezza verità, che oggettivamente ci sembra sia stata meno pubblicizzata.

I limiti di incandidabilità entreranno in vigore soltanto dopo il 2013.

Conti alla mano la norma entrerà in vigore a partire dalla legislatura del 2018, a meno che il governo non eserciti la delega entro il termine massimo di un anno a partire dalla data di approvazione.

Il ministro della Giustizia Severino garantisce l’impegno massimo del governo per stringere i tempi e renderlo operativo già dal 2013.

Con il massimo rispetto per il lavoro del Ministro Severino e con la speranza che riesca a smentirci, a noi qualche dubbio resta.

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8 giugno 2012 5 08 /06 /giugno /2012 12:13

Il regalare ad un’altra persona una propria cosa piuttosto che buttarla via non è solo un bel gesto di solidarietà, ma in alcuni casi può essere anche una forma di protesta.

Questa è la strategia usata dai viaggiatori del trasporto pubblico nelle grandi città come Roma, Milano, Genova oppure Bologna.

Si tratta del Ticket Crossing, ovvero la nuova forma di protesta non violenta dei viaggiatori.

Il sistema è semplice e consiste nel regalare il biglietto ancora valido (perché non sono ancora trascorsi 100 minuti dall’obliterazione) una volta scesi alla propria fermata a un'altra persona che sta attendendo l’autobus o il tram.

Sebbene la pratica sia illegale (sul biglietto è chiaramente indicato che il titolo di viaggio non è cedibile), il fenomeno è in rapida diffusione fra giovani, anziani, operai e impiegati.

Alla base di questa nuova frontiera di protesta sta l’aumento ingiustificato dei costi a fronte di servizi giudicati scarsi ed inaffidabili.

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4 giugno 2012 1 04 /06 /giugno /2012 13:30

I bambini sono sinonimo di innocenza, ingenuità e qualche volta anche di lezione per gli adulti.

Con dei gesti inconsapevoli i bambini alcune volte sono capaci di toccarci nel profondo la nostra anima ed a ricordarci ciò che è veramente importante da ciò che invece lo è meno.

Matt è un ragazzino dell’Ohio, che va alle scuole elementari e che risulta affetto da una malattia celebrale che gli impedisce di controllare il movimento dei propri arti.

Nonostante tutto Matt ha provato a correre. Ha gareggiato in una gara di 400 metri insieme ai suoi compagni di scuola.

Perché vincere non significa sempre e soltanto arrivare primi al traguardo, ma alcune volte significa anche solo arrivare fino in fondo per riprendere la rivincita con la propria vita e con se stessi.


 
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28 maggio 2012 1 28 /05 /maggio /2012 10:30

Il sisma in Emilia ha portato alla ribalta un fenomeno decisamente insolito dal punto di vista geologico in Italia: si sta parlando della Liquefazione delle Sabbie.

A detta dei geologi si tratta un fenomeno riscontrabile per lo più nelle zone sismiche giapponesi, dove il susseguirsi di scosse telluriche anche di forte intensità non è da considerarsi un caso raro.

Vediamo di capire anche noi (che di certo non siamo esperti geologi) in cosa consiste esattamente questo strano fenomeno della natura e sugli effetti che esso genera.

La Liquefazione delle Sabbie può scatenarsi in caso di terremoto nei suoli di origine sabbiosa, con un passato geologico decisamente molto recente (di norma non più antichi di 10 000 anni), come ad esempio i vecchi alvei fluviali, spiagge, dune oppure altre areeLiquefazione delle sabbie di accumulo di sabbie che, nel loro strato più profondo sono attraversati da falde freatiche.

Risulta evidente che la parte superficiale di questi terreni si presenti secca e ben compattata, per via del fatto che gli spazi intergranulari sono talmente compattati da non render possibile all’acqua delle falde di penetrare.

Di fronte ad un fenomeno sismico però, le particelle di sabbia iniziano a vibrare, facendo diradare quei microscopici spazi tra i granelli minuscoli di sabbia. In tal modo l’acqua sottostante, per via dell’enorme peso del suolo sovrastante inizia a montare verso l’alto, facendosi spazio fra le particelle sabbiose più superficiali.

Ecco perché il suolo comincia inevitabilmente a deformarsi oppure a riempirsi di crepe da cui in alcuni casi fuoriesce del fango. 

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